martedì 3 aprile 2012

Il lavoro e gli Altri

Dal punto di vista lavorativo (io ti do la mia energia e il mio tempo e tu mi dai i soldi) questo è un paradiso, un posto che forse non pensavi esistesse, chiunque può venire qui e trovare un lavoro in meno di un mese. E infatti lo fanno in moltissimi, certo la questione dell’uguaglianza non è ben chiara, o volutamente ignorata, ma in questo particolare caso noi siamo dei privilegiati.
So che molti di voi hanno problemi e soffrono una condizione lavorativa degradante o sfibrante, che vivono in costante rassegnazione, ma il mondo non finisce in Italia e quindi a volte bisogna farsi pionieri e muoversi. L’hanno fatto in migliaia da sempre, ora tocca a noi.
Vesto i panni del pifferaio magico e vi suono queste parole per attrarvi al di là del confine di quel paese (il nostro) che ci ha sottratto ogni prospettiva, che senza di noi esaurirebbe in poco tempo. Se non si può debellare un male una valida alternativa per sopprimerlo è evitare di alimentarlo, Loro vivono sulle nostre spalle, grazie alla nostra forza lavoro che sfruttano senza ritegno in virtù di una ricchezza veloce ed effimera.
Ho sempre pensato che se per un giorno tutti i Co.Co.Pro. e gli stagisti non andassero a lavorare per sciopero, malattia o per scherzo, l’Italia intera si paralizzerebbe, immobile nella sua ingiustizia bavosa.
Facciamolo, facciamo di peggio, usciamo dai confini e portiamo la nostra energia altrove, facciamoli morire di fame.
A chi pensa che non riuscirebbe mai a lasciare la sua terra dico che tutto il mondo è la nostra terra, e che moltissimi personaggi costretti all’esilio hanno trovato una seconda casa, e che lavorare all’estero ti sembra più leggero, perché hai la costante impressione di essere in vacanza.
Non voglio farla lunga, voi pensateci, quanto dobbiamo ancora sopportare?

A Dubai basta sapere l’inglese e sei pronto, i lavori umili li fanno gli Altri, quelli a cui scansionano le retina creando un file personale sul quale scriveranno ogni cosa gli riguardi, e nessuno potrà sfuggire.
Gli Altri sono pakistani, iraniani e indiani, e sono ovunque: nei cantieri ricoperti di polvere, a lavorare in centinaia in un grattacielo di 50 piani; per le strade sui taxi (dei quali non sono proprietari), girando a vuoto per la città perché fino a quando non raggiungono un target non possono rientrare. La benzina costa poco e loro vagano con gli occhi attenti ai marciapiedi, se ti vedono ti suonano… Dubai è l’unica città in cui il taxi chiama te e non il contrario!
Animano gli appartamenti durante il giorno, lavano e riordinano silenziosamente, poi scompaiono.
Oppure sono arruolati nella folle lotta di accumulare la sabbia fuori dalle strade, dai marciapiedi, lontana dai corrimano o dai cortili, l’ennesima guerra inutile: la sabbia ha truppe ben più numerose ed è dotata di una pazienza cosmica, ogni giorno organizza la sua invasione da capo.
Non esiste il lavoro in nero, perché non esistono tasse, pensione… ? informazione non pervenuta (vi saprò dire), quindi tutto in regola, prima cosa: sequestro del passaporto.
Esiste un cantiere bloccato, che non procede da anni… siamo italiani, queste cose non ci sorprendono certo, ma questo è pure peggio dei nostri mostri incompiuti, perché il proprietario, fallendo, è fuggito con i passaporti dei suoi operai e questi sono rimasti lì, come fantasmi noti a tutti, senza che nessuno se ne faccia carico, neppure il loro paese di origine.
Come sempre gli Altri sono la maggioranza e impiegano la loro vita per arricchire pochi, sono consapevoli, ma non arrabbiati, si ritengono comunque privilegiati, scelti dal destino per poter mantenere la loro famiglia nel paese natio… e quando dico “loro famiglia” intendo anche gli zii e i nonni! Sono degli eroi e la loro umiltà li rende ancora più imperiali.
Il venerdì è giornata di festa, Dubai sei ferma (tranne i centri commerciali ovviamente) e li vedi elegantissimi, impeccabili nei loro vestiti leggeri gonfiati dal vento che si muove instancabile ogni giorno in questa città; passeggiano tenendosi per mano, in due o anche tre, segno di un’affettività libera e dolce.
Uno dei loro passatempi è la lotta greco-romana che si tiene ogni venerdì verso le 16.30 vicino al mercato del pesce in un enorme spiazzo sabbioso dove si gioca a cricket su campi dai contorni invisibili, che puntualmente ho invaso senza rendermene conto se non dal fatto che all’improvviso un gruppo di persone si fermava e mi guardava, aspettando che liberassi l’area.
Non so quante donne abbiano assistito alla lotta, quel giorno ero l’unica, io ho fatto le foto a loro e loro le hanno fatte a me… la differenza è che loro mi hanno chiesto il permesso, io invece non l’ho fatto.
Gli Altri mandano avanti il mondo, in Italia gli Altri siamo noi.

Da quando sono qui non ho un impiego (io ho sempre lavorato da quando ho 18 anni) e la domanda che mi viene rivolta più spesso è: “ma cosa fai il giorno?”, all’inizio rispondevo limitandomi ad un elenco di attività più o meno variabile, ma dopo un po’ ho incominciato a ragionare: fino a che punto siamo disabituati al vivere, tanto che il fatto di non avere un lavoro indichi un vuoto?
Nella vita il lavoro è solo una cosa tra milioni di cose che si possono fare, perché non viene più spontaneo pensare che se uno ha la fortuna di non dover lavorare può fare tutto il resto?
Questo mi fa pensare alla storia del primo ristorante vegetariano di Dubrovnik, quando ha aperto la gente andava lì e chiedeva “ma cosa cucinate qui?” e le proprietarie rispondevano “tutto tranne la carne!”, allora la gente rispondeva “quindi niente!”, così quel ristorante si chiama Niente (Nishta) con un bel menù di oltre 10 pagine di un niente gustoso e nutriente.
Io sono un’Altra anomala, e presto mi ricollocherò tra le fila delle api operaie, per ora mi godo la vita e questo blog; vi chiedo scusa se questo pezzo è stato poco ironico, riparo subito con la conclusione: Dubai è quel posto in cui devi scegliere bene il bancomat dal quale ritirare, perché anziché soldi potrebbe darti lingotti d’oro!

 
Gold to go, it's easy!

 
gli Altri

     
gli Altri si vogliono bene    

      
la lotta

 
il vincitore


Coming soon:
-          Vale tutto e niente, le regole di Dubai.
-          I centri commerciali

2 commenti:

  1. silvia che bello stare dietro ai tuoi occhi. continua a raccontarmi e quando verrò a trovarti mi sembrerà di essere già stata nel paese dove vince la sabbia. forse se vivessi a Dubai la cosa che mi farebbe più paura sarebbe proprio la sabbia del deserto che come un mostro inarrestabile se vuole ti seppellisce. comunque gli Altri sono sorridenti, forse se pensi alla miseria che si lasciano indietro, stare a Dubai deve sembrargli una meraviglia. ma questo è il dono degli orientali in genere: quello di pensare che la vita sia un privilegio comunque. voglio tenerlo a mente anche io. senti c'è un museo dove posso venire a lavorare? :-) baci Lisa

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  2. Lisetta se la sfinge ha portato pazienza per tanti secoli, possiamo farlo pure noi! ...e chi siamo? Meno di una gatta di pietra?!!!

    Quei sorrisi lì, quella gentilezza degli Altri, ogni volta mi sorprende e migliora la mia giornata, poi sorridere a loro che ti sorridono mi sembra come un rituale magico per produrre energia positiva.

    Qui stanno i soldi Lisa, i musei ce li compriamo! Vieni a fare la personal shopper di qualche biancone!!

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