domenica 22 settembre 2013

Equinozio d'autunno

L’equinozio di autunno di quest’anno è iniziato presto, Alessandro aveva le prove di due eventi in contemporanea di cui uno con un cliente piacevole come la sabbia nel letto, non so come abbia fatto, ma me lo immagino un po’ come Lino Banfi nel film “Vieni avanti cretino” [precisamente questo momento: http://www.youtube.com/watch?v=tWp7lQd9HXk ].
Quest’anno l’equinozio è caduto di sabato e saremmo andati al mare se non fosse per gli impegni di lavoro, invece Ale è andato a cercare di soddisfare un cliente più capriccioso di Naomi Campbell e io ho deciso di riorganizzare l’armadio a muro che uso come portatutto/buco nero.
Dopo 4 ore e mille combinazioni diverse, sono riuscita a sistemare ogni cosa e a trovare lo spazio anche per l’ultimo acquisto: l’aspirapolvere, alla quale avevo dedicato anche una poesia di benvenuto.
[aspirapolvere adorata,
sarai anche quella che costava meno in promozione,
ma succhi come una dannata,
che soddisfazione]
In questo stato di autocompiacimento e soddisfazione ho scoperto la prima notizia: mio nipote ha passato la notte all’ospedale, laringospasma di non specificata provenienza curato con cortisone. Mio nipote si chiama Evan, è il figlio di mia sorella, ha 3 anni ed è un bambino di quelli che non sembrano bambini; è pazzo e iperlogico in modo alternato; dall’età di 2 anni lui e mia madre si raccontavano cosa avevano sognato e parla con noi così come parla col gatto, col cane no, ma solo perché gli ruba i biscotti dalle mani, che arrivano giusto giusto alla portata della famelica bocca.
Il tempo di sospirare sapendo che ormai sta meglio, che scopro l’avvelenamento da topicida di cui è rimasto vittima il mio cane. La disperazione rompe gli argini e mi inonda.
Rimando il resto del giorno in comunicazione via skype con i miei genitori che fanno di tutto per curarlo, si aspetta che reagisca all’antidoto.
Telefona Alessandro e lamenta gli effetti di Lino Banfi tutti concentrati a livello intestinale, ed io sto così, impotente e preoccupata, che non so chi raggiungere, tanto che alla fine rimango immobile ben consapevole della mia inutilità.
È spiacevole sentirsi inutili soprattutto se a questo aggiungiamo la tristezza, ripenso al sogno che avevo fatto solo un paio di notti prima: io che con decisione andavo a riprendermi il mio cane capitato chissà come a casa di mio zio Pino… lo teneva lui e io lo rivolevo, piccolo particolare mio zio Pino è morto un paio di anni fa. Brutto presagio m’ero detta al risveglio, ed eccolo realizzarsi.
Mia madre, mia consulente onirica, ha subito dato il suo contributo fazioso all’interpretazione: se te lo andavi a riprendere allora finirà tutto bene, piccolo particolare: mi sono svegliata prima di raggiungere zio e cane.
Invece ecco la seconda notizia positiva: Ringhio sta reagendo bene all’antidoto, ha mangiato e muove qualche passo, lo vedo reggersi sulle sue gambe incerte dallo schermo spixelato del mio computer, non ha fatto neppure un metro, ma è come se stessi assistendo alla sua nascita.
Mi sciolgo in un caldo bagno di tensione inerte, per dovere di depressurizzazione piango.


Sono qui sola, dall’altra parte del mondo, che partecipo alla vita della mia famiglia attraverso uno schermo, e non me la sento di dire “che giornata di m***a”, perché alla fine è andata di lusso e lamentarsi sarebbe da ingrati. Perché quando quella creatura meravigliosa di mio nipote era sotto osservazione in ospedale, la dottoressa gli ha detto “ma che bel micino” per tirarlo su di morale e lui, con la sua vocina flebile, ha risposto: miaaaaao. Perché per fortuna non ho un topo, ma un cane di 30 kg. Perché grazie a Dio al mattino ci siamo svegliati tutti e alla sera siamo andati a dormire che eravamo ancora tutti al completo; l’equinozio autunno è stata una di quelle giornate in cui –ad un certo punto- tutti i problemi scompaiono e si è felici, di una felicità autentica e potentissima, solo per un semplice appello a cui tutti rispondono “presente”.

domenica 1 settembre 2013

Dell'autoesaudire un antico desiderio

Erano anni che il Castri si voleva comprare un elicotterino telecomandato, io l’ho scoperto quando la mamma di Arianna l’ha regalato a Melo per natale, subito il Castri si gira verso di me e fa: “e tua madre cosa mi ha regalato?!”, quasi offeso, io rispondo: “la macchinetta per farti barba e capelli in stile libanese… perché, volevi l’elicotterino?!”, nel suo “sì” di risposta ha messo un broncio con chiare radici ataviche annidate nella frustrazione di un desiderio mai esaudito.
Il mese dopo a quello natalizio è il suo compleanno, quindi sono entrata in 10 negozi di giocattoli chiedendo prezzo e prestazioni dei vai elicotterini, ma non ce l'ho fatta, è più forte di me... mi sembra una min****ta.
Quindi ho scelto una telecamerina tipo GoPro, spendendo tipo 20 volte tanto, ma mai regalo fu meno azzeccato, peccato quella si che mi piaceva.

Comunque sono passati altri mesi, e finalmente il Castri ha trovato il coraggio di soddisfare un desiderio futile e infantile, così ha dato 20 euro ad un cinese in cambio di un elicotterino super prestante e super scattante.
[eravamo al Dragonmart Mall un centro commerciale in cui hanno raccolto tutte le attività cinesi, se lo vedi da google map è come un serpente lungo più di un chilometro e mezzo...essendo patria cinese puoi trovare TUTTO lì dentro, dalla tenda led per la doccia, ad una cappa per camino, da farmaci misteriosi a macchinine telecomandate con telecamera incorporata, che l'ardito cinese cercava di condurre vicino alle gambe della mia amica in gonna. Un giorno vado lì fotografo tutto e ve lo mostro]

Esattamente 9 minuti dopo l’acquisto Ale ha avuto il primo rigurgito di pentimento, si gira verso di me e mi chiede: “ho fatto male?”, io so che c’è solo una risposta da dare e faccio il mio dovere: “ma dai, per 20 euro? Lavori tanto e non puoi spendere 20 euro in una sciocchezza tutta per te, che desideravi da tanto poi?!”... colpito e affondato, “hai ragione, lavoro tanto, 20 euro, lo volevo da tempo” lo sento ripetere come un mantra.
Camminando vicino a dei bambini noto i loro sguardi rapiti, quella scatola è come magnetica, li attrae e fa spalancare i loro occhioni, il Castri mormora fiero: "ti piace eh Bambino? Eeeeeh...è mio!", io un po' mi preoccupo, ma per fortuna nessuno parla italiano qui.

Tornati a casa lo fa volare in sala, subito lo spazio si dimostra inadeguato per l’esuberanza di questa macchinuzza, quindi si rimanda la bella a domani; infatti il giorno dopo, tornando a casa dal lavoro, il Castri mi chiama e ordina: “prendi l’elicotterino, il telecomando e scendi”, obbedisco e andiamo in una zona di deserto qui vicino per farlo volare, il mio compito è guardare…. :\

Cautamente ci allontaniamo dalla macchina, piazza la bestia meccanica sulla sabbia e armeggia col telecomando... l'elica gira, l'affare si alza, Ale si emoziona, dimentica il telecomando e l'elicotterino gli precipita addosso aggressivo, Alessandro mi guarda come per dire "l'hai visto!" e io mi sento di dire: "non credo che l'abbia fatto apposta".
Ma risuccede più volte, è evidentemente ostile, quindi il Castri decide di allontanarsi maggiormente dal piccolo drago in plastica che riparte alzandosi, si alza, si alza e si alza ancora fino a perdere il segnale d'aggancio col telecomando, quindi incomincia a precipitare, il Castri è nel panico, nell'urgenza del dramma non sa cosa fare, così alza le mani e urla... l'elicottero si schianta, ci avviciniamo e scopriamo con sollievo che è ancora intatto, il cinese non ha promesso invano.
[questa scena si è ripetuta circa 5 o 6 volte, quindi rileggi il paragrafo qui sopra, scegli tu quante volte far schiantare l'elicotterino, o quante volte far urlare il Castri nel deserto della penisola arabica]

Ad un certo punto fischiamo il time out, ci avviciniamo per stabilire una strategia, Ale non riesce a ragionare, lo guardo e vedo un bambino che gode col suo elicotterino indistruttibile, il giubilo è talmente tanto che gli va in tilt il cervello... gli dico cose che lui sa benissimo, che cade perchè perde il segnale, che non può farlo salire così, lui risponde che va da solo, che non riesce a comandarlo (!?), in ogni caso il piano è semplice: lui fa tutti i suoi esperimenti con pulsanti e leve, ma quando sente il mio urlo deve concentrarsi solo e unicamente sulla leva dell'elevazione.
L'elicottero si alza, si alza e si alza, su, su... io gli urlo: ORA! Il Castri si contrae irrigidendosi per lo sforzo, lo sguardo concentrato, addirittura piega le gambe come sotto ad un peso invisibile, è come se stesse cercando di domare un cavallo selvaggio e, per 20 secondi sembra che abbia il controllo, ma poi la bestia meccanica parte e la vedo allontanarsi all'orizzonte, va fino a che non perde il segnale e precipita nuovamente.

E non c'è niente da fare, quella macchinetta infernale è evidentemente posseduta, prima ha colpito Alessandro più volte, poi ha pensato di essere un missile e di tornare al suo pianeta madre, quello di tutti gli elecotterini demoniaci, infine non potendo più librarsi verso lo spazio siderale, ha tentato la fuga verso est.
Erano anni che il Castri desiderava un elicotterino telecomandato, quando finalmente l'ha comprato ha scelto proprio quello più selvaggio e indomito del mondo, quel giocattolo preferisce la morte piuttosto che rispondere ai comandi! Vi giuro che Alessandro ha provato persino a corrergli dietro, ma la bestia continuava a fuggire, alla fine sono andata a recuperarli con la macchina da quando si erano allontanati.

Non so se ci giocherà ancora, per ora il piccolo demonio è in castigo nell'armadio a muro, ma so che almeno un aspetto positivo tutta questa vicenda ce l'ha, perchè ad ogni tentato suicidio dell'elicottero, l'urto sul terreno stanava una lepre del deserto che correva agile verso il punto più lontano!

[per chi non ricorda è questa: ]
e finalmente ho un testimone che può confermare la visione che ebbi durante la tempesta di sabbia: esse esistono!