domenica 14 luglio 2013

REGOLE DI SOPRAVVIVENZA, le 10 cose che devi sapere prima di venire a Dubai:

1.    a Dubai sostanzialmente puoi vestirti come vuoi (sempre che tu non sia un’olgettina… se lo sei, che ci fai in questo blog?!), l’unico must have è la sciarpa, che sia stola, che sia seta o cotone, che sia estate o inverno tu devi averla. Sarà la tua unica arma per difenderti da spiacevolezze tipo squaraus, mal di gola, polmoniti et simili.  Vedila anche tipo il mantello dell’invisibilità di Harry Potter, perché ci saranno momenti in cui la tua scollatura dovrà essere celata, posti in cui le tue spalle nude saranno ritenute offensive quanto i mangiamorte di Lord Voldemort (ok sempre che tu non sia un’olgettina, in quel caso esibirai con orgoglio), TAAAAAAAK, un semplice gesto, copri le vergogne e via.

2.     Il mondo generalmente si divide in due categorie: chi usa la crema solare protettiva e chi no. Noi italiani pensiamo di avere un contratto speciale col sole, lui non ci brucia e noi lo adoriamo e accogliamo nel nostro paese…forse impossessandocene un po’ (chist'è o paese d' 'o sole) e confesso di aver militato per anni nella seconda categoria, solo recentemente mi sono ravveduta. A Dubai c’è un mare splendido e l’abbronzatura è assicurata, qualunque pelle tu abbia sappi che hai bisogno di protezione, e non si parla di valori tipo il 6 o il 10, minimo ci vuole la 20. Dici che sei già abbronzata e non ti scotti più ormai? Saluta allora la tua abbronzatura, dopo un giorno di sole dubaiano ti spellerai inesorabilmente. Prima di partire infila in valigia la crema protettiva, qui i raggi arrivano diretti come frecce, non ti accarezzano obliquamente come nel Mediterraneo.

3.     Anche se sei circondato da 28 etnie diverse che neppure riconosci, non parlare in italiano a voce troppo alta, c’è sempre qualcuno che ti capirà. Vi assicuro che, sebbene il nostro paese rappresenti lo 0,2% delle terre emerse, siamo ovunque, come ovunque troverai degli appassionati di Italia che ti capiranno e vorranno fartelo sapere, regalandoti quella piacevole sensazione del sentirti sprofondare nel terreno. Se sei una brava persona che dice solo cose carine e corrette passa serenamente al punto 4.

4.     Se qualcuno ti fa il calssico gesto di raggruppare la punta delle dita insieme... tranquillo, non reagire d’impulso, non ti sta chiedendo cosa cappero vuoi o cosa cavolacci stai facendo, non guardarlo con aria minacciosa dicendogli –in italiano- “con me ce l’hai?!”, perché ti sta semplicemente chiedendo di aspettare.
aspetta un secondo per favore.

5.     Se rivolgi una domanda ad un ragazzo indiano o pakistano, anche una domanda semplice che prevede una risposta semplice come un si o un no… siate preparati perché qualunque risposta vi darà, lo farà scuotendo leggermente il capo a destra e sinistra, un po’ come quando noi vogliamo dire “insomma” o “mi sa di no”…lui però non vi sta affatto dicendo questo! La tecnica sta nel concentrarsi sul labiale senza guardare nient’altro, anche perchè questi ragazzi si emozionano come ad un esame scolastico e con l’emozione l’oscillazione aumenta facendovi arrivare due informazioni opposte e mandando in tilt il vostro cervello. La chiarezza non è il loro forte, forse per un eccesso di educazione o di insicurezza potreste ricevere un: same same… but different o un yes…but maybe no, oppure un no problem per evitarvi il dispiacere di ricevere un no, anche se alla fine dei fatti sarà no.
      [Esempio pratico: sul pianerottolo di casa mia io e i ragazzo delle consegne del lavasecco.
    Io (che avrei voluto pagare subito quando ho lasciato la giacca, ma un no problem madame, pay after, no problem): “cavoli scusa, non ho spicci, ho solo 100, hai il resto?”
     Ragazzo delle consegne: parte con l’oscillazione e dice “no problem madame”, prende i 100 e io la giacca. Apre il suo portafoglio e vedo che è completamente vuoto. Allora gli dico “ma non ce l’hai il resto!”, lui –sempre oscillando- mi restituisce i soldi e mi guarda.
    Silenzio e immobilismo. Io lo guardo, lui mi guarda e sorride mortificato, anziché dirmi NO subito ha preferito rassicurarmi con un no problem, solo che ora non sa cosa fare, non osa dirmi niente, io prendo il ragazzo e i soldi, esco, trovo da cambiare e fine della storia.] Se domandi ad un indiano qualcosa, guarda solo il labiale e sappi riconoscere un no.

6.     Guarda sempre il display dell’ascensore prima di scendere o salire. Se vieni a Dubai ti capiterà di dover prendere diversi ascensori, tu come tutti gli altri. Questo genera un traffico al quale non siamo abituati, quindi sconsiglio la tipica abitudine al sovrappensiero. Due esempi riguardo alla pericolosità della cosa:
·         Una volta sono scesa al piano sbagliato, da quel piano –come in molti altri edifici- l’unico modo per chiamare l’ascensore è possedere una carta magnetica e avvicinarla laddove normalmente si trova il caro e vecchio pulsante…io ero lì occasionalmente e non possedevo tale carta, così mi sono dovuta sparare 5 piani di scale anti-incendio per arrivare al piano giusto.·         
Una volta sono salita sull’ascensore sbagliato e mi sono dovuta fare mille fermate nel senso opposto a quello in cui dovevo andare, e poi altre mille in quello corretto prima di accorgermi che quell’ascensore non fermava al mio piano. Questo perché a Dubai c’è talmente tanto movimento nel salire e scendere dai grattacieli che spesso troverai dai 6 agli 8 ascensori, i quali saranno adibiti a diverse sezioni dell’edificio, quindi presta attenzione al display come se fosse la stella polare, perché potresti rimanere intrappolato per sempre in un non-luogo come in una puntata di “Ai confini della realtà”.

7.     L’allarme antincendio suona. Suona per simulazioni, per i test della manutenzione, ma soprattutto suona per sbaglio. Può suonare a tutte le ore del giorno e della notte e suona a così alto volume che sembra provenire da dentro di te, è così forte che senti le orecchie chiudersi in qualche modo misterioso, è così potente che ti guardi intorno per cercare conferma negli occhi delle altre persone “è nella mia testa o lo sentite anche voi?”… quando noti i loro occhi sbarrati ti rassereni. Per quante volte suonerà non ti abituerai mai, ogni volta ti gelerà il sangue nelle vene e ti proporrà tutte le tue paure consce e inconsce in un microsecondo di puro panico.

8.     Se vieni a Dubai userai di certo il taxi per spostarti, sono comodi, economici e numerosi. Quando esci da un Mall troverai alcune zone designate dove 20 persone, minimo, aspettano pazientemente in fila. Tu mostra loro che è possibile scegliere, mostra loro un’alternativa al gregge, fai due passi in più, arriva alla strada, ferma il primo dei duemila taxi che sfrecciano davanti a te… poi spera che il tassista conosca la strada che conduce al posto in cui gli hai chiesto di andare. E falli questi 2 passi in più, la vita è troppo breve per stare in fila un’ora in attesa di un taxi.

9.     I baci sono vietati, sembra pazzesco lo so, ma  paese ha le sue regole, se ci pensiamo bene da noi ci sono città con divieti assurdi tipo: a Novara è vietato sostare in più di tre persone nei giardino o parchi pubblici; a Eraclea (VE) è vietato fare i castelli di sabbia; a San Salvario (TO) è vietato mangiare e bere per strada; a Vicenza è vietato sedersi sulle panchine se si ha meno di 70 anni; a Eboli non si può baciare o scambiarsi effusioni in macchina; mentre a Pisitano è vietato indossare gli zoccoli…quindi chi siamo noi per giudicare? Ritroviamo il nostro pudore adolescenziale e a Dubai baciamoci di nascosto, in privato, segretamente! Una volta tornati in Italia (e non siete a Eboli) concediamoci il piacere di baciarsi ovunque, baciamoci per la strada, in piazza o al supermercato, baciamoci in fila alla posta, esibiamo con orgoglio l’ardore della nostra passione, che incendi il prossimo creando come un virus contagioso, così che tutti intorno a noi inizino a baciarsi e abbracciarsi, a stringersi con gli occhi chiusi per sentire meglio l’energia che ci si scambia.


10.  Se vieni a Dubai l’ultima regola che devi conoscere è: avvisa silvianardo.