mercoledì 11 aprile 2012

I centri commerciali, no smoking and no kissing please.



Andare in un centro commerciale a Dubai è come prepararsi per il cammino di Santiago con la certezza di non avere nessuna epifania.
Nei cartelloni pubblicitari dei mall ti consigliano di visitare il sito e la cartina con tutti i punti vendita, così da prepararti un percorso, una strategia, come in Risiko.
Da noi c’è il Festival di Sanremo o il Festival del cinema di Venezia, qui c’è il Festival dello shopping, perché il momento dei saldi è l’apice del godimento di tutte le vittime della sindrome da acquisto compulsivo. I frustrati dall’ansia del possesso arrivano da tutto il mondo e non passeggiano guardano le vetrine, ma corrono inzavorrati da sacchetti e borse, uscendo stremati, sedati e storditi.

I mall si raggiungono in metropolitana o in macchina, se arrivi in metropolitana parti già a difficoltà 4, perché l’ibernazione è un pericolo reale e lo squaraus assicurato ai deboli di intestino, l’aria condizionata non è solo sui treni, ma anche nelle banchine e non hai scampo dall’abbraccio siberiano che dura circa un’ora. (la metropolitana di Dubai assomiglia più al trenino panoramico di Gardaland per la lentezza con la quale procede)
Se invece arrivi in macchina dovrai superare un dedalo di svolte in parcheggi multipiano, aiutato da Altri posizionati sul percorso con bastoni luminosi come spade jedi che ti indicheranno la strada e tu, alla fine, parcheggi con la schiena appena mossa da un brivido dato dalla consapevolezza che al ritorno sarai solo; quindi memorizzi numero di stallo, corridoio e area (5632, G, verde) come un codice da mission impossible… il disorientamento è lo stesso di quando ti fanno girare su te stesso bendato prima di giocare a mosca-cieca.
Ma è proprio nel parcheggio che incomincia il servizio, se vuoi, mentre fai la spesa o prendi un gelato guardando gli squali annoiati girare su se stessi nell’acquario gigante, c’è un Altro che ti lava la macchina lucidandola a mano come in Karate kid.

Dentro ti imbatti immediatamente in un “voi siete qui”, con tanto di personale addetto alle indicazioni che ti porge la mappa del luogo e altre informazioni tipo: l’ubicazione dei 29 sportelli bancomat o della stanza delle preghiere e i vari divieti.
All area is no smoking e no kissing.
Per l’esattezza è vietato baciarsi o altre evidenti/manifeste dimostrazioni di affetto.
Ci tegono, si sa, l’amore è una grandissima distrazione dall’acquisto, se sei innamorato non ti serve altro al mondo, quindi qui vietare l’amoreggiamento è un’operazione di marketing mascherata da regola di buona educazione.
Non oso pensare a questi bambini che crescono senza mai vedere i loro genitori coccolarsi o scambiarsi un bacio, dev’essere aberrante e lesivo, perché in realtà il divieto alle palesi manifestazioni di affetto è una regola che vige in tutta la città, ed è così innaturale per me che più volte devo abortire uno slancio di gioia che si tramuta in abbraccio e vorrebbe concludersi con un bacio, ma che diventa un movimento goffo troncato nell’aria e chiuso da un piccolo broncio.
Non si può passeggiare abbracciati qui, al massimo è tollerato tenersi per mano, e non si rischia una multa… io e Alessandro stiamo dormendo sotto lo stesso tetto nella più completa illegalità, se dovessero scoprire che non siamo sposati rischieremmo fino a 2 anni di galera.
Per fortuna evitano controlli e, se non fai nient’altro di male, difficilmente verrai condannato per questo.
Comunque se non baci nessuno, non fumi e non vai in pattini, nessuno interromperà a tua esperienza al centro commerciale, e potrai vedere le labbra livide dal freddo delle commesse di Cartier; o la fila di tuniche nere davanti all’entrata di YSL, tutte eccitate e febbrili come se dentro le aspettasse George Clooney; o potrai ascoltare l’incredibile rombo del macchinario che mantiene la temperatura a +2° nella pista da sci; oppure vagare senza meta perdendoti tra corridoi e marmi scintillanti, dimentico del tempo che passa.
I centri commerciali hanno una missione a Dubai, sostituiscono la piazza, sono il luogo di passeggio e di incontro, molto del loro spazio è dedicato ad attrazioni: c’è l’acquario gigante, con il pannello trasparente più grande del mondo con tanto di targa ce-l’ho-grosso dei Guinness dei primati; c’è la prima pista da sci indoor del mondo (qui manca la targa ce-l’ho-grosso del più grande spreco di energia in una minchiata); c’è la pista su ghiaccio dove poter guardare partite di hockey di cui non ti importa un fico secco; oppure semplicemente atrii immensi che raccordano un’area all’altra, creati col sadico scopo di stancarti inutilmente nell’attraversarli… certo non senza esclamare “quanto ce l’hanno grosso!”…”e tutto di marmo!”.
Un po’ di numeri per allietarvi: il Dubai Mall è grande 1.124.000 m2 disposti su 3 piani, 1200 negozi (tra cui il negozio di dolciumi più grande del mondo, Candylicious, coi suoi 1000 m2) e 16.000 posti auto.
Nel 2010, in piena crisi economica, 47 milioni di persone (no, lo riscrivo mettendo gli zeri perché renda meglio: 47.000.000 di persone… in Italia siamo 60 milioni) sono entrate nel centro commerciale, quasi 129.000 al giorno!
Immaginatevi cos’è fare la spesa nel giorno di punta! Io e Ale una volta siamo entrati alle 19e30 e usciti alle 23, gente come Bear Grylls o Chuck Norris ci fa una pippa!

se fumi: multa di 40 euri circa, se baci: un mese di reclusione

 
where do you go?

 
e i pattini sono vietati!


 
the age of aquarius

 
una cioccolata calda davanti al caminetto

 
intanto fuori ci sono 40°

2 commenti:

  1. MARò! è allucinante. voi avevate dei maglioni?

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  2. no! niente di niente, avevo i piedi di marmo e quando sono uscita sono stata un po' sotto al sole a scaldarmi come un rettile, con gli occhi socchiusi.

    il giorno dopo mal di gola e alta frequenza in bagno.

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